lunedì 12 novembre 2007

Arrivederci piccole donne...

...di Marcela Serrano.

Ok, alzi la mano chi non ha mai letto Piccole Donne della Alcott.
Non credo di vedere molte mani alzate; credo invece che il romanzo su citato sia stato un "must" per tante ragazzine della mia generazione. E' qualcosa che ti resta nel cuore, che costruisce dentro di te un angolino in cui le quattro sorelle March abiteranno per sempre.
Con questa premessa, si poteva resistere ad un libro che si intitola "Arrivederci piccole donne"? Io dico di no.
(Nel caso vi stiate chiedendo perchè cerco sempre di giustificare le mie letture, vorrei fare una precisazione: non ho bisogno di giustificazioni per leggere un libro...in realtà ho bisogno di scuse per comprarne ancora, ancora, e ancora ^_^ )

Il romanzo della Serrano non è, naturalmente, il seguito di Piccole donne, ma piuttosto una rilettura. La Serrano ne prende in prestito i cardini (quattro adolescenti, cugine e non sorelle stavolta, una grande famiglia, una zia ricca, la Storia che prima fa capolino, poi irrompe nella vita delle ragazze) e ne scrive una versione tutta sua, ambientata in Cile, che va dagli anni 70 al 2001.
Le protagoniste sono le cugine Martinez, Nieves, Ada, Luz e Lola, ognuna idealmente riconducibile ad una delle piccole donne della Alcott.
L'età dell'adoloscenza è passata, ed ognuna ha la sua vita. Ma le loro strade tornano ad incrociarsi quando tutte si recano al funerale della vecchia Pancha, balia, governante, cuoca della fazenda dove sono cresciute.
Le loro vite tornano ad intrecciarsi, mentre lentamente il loro passato comincia a dipanarsi davanti agli occhi del lettore.
Solo che il passato, come ci dice l'autrice, è tale quando smette di ferirti: non è il caso delle nostre protagoniste, le quali dovranno fare i conti con i conflitti irrisolti della loro adolescenza, troncata bruscamente dall'ascesa della dittatura militare, che non solo sconvolgerà la loro vita, ma impedirà loro, appunto, di scendere a patti con gli spettri e gli errori del passato, lasciando molte questioni aperte.
All'inizio del romanzo, ci sembra che tutto sia rimasto fermo, congelato a lungo e che la strada verso il Pueblo della loro infanzia, sia in realtà una strada a ritroso nel tempo.
Scopriamo così, lentamente, qualcosa di più del carattere e della vita delle 4 cugine Martinez.
Le parti migliori del romanzo sono quelle in cui viene descritta la vita nel Pueblo della grande famiglia Martinez e dei loro contandini e lavoranti. Sono affreschi vividi e interessanti, che ci fanno immergere profondamente nella storia della famiglia.
Non sole le quattro protagoniste, ma anche i personaggi per così dire secondari, hanno la loro parte da raccontare, un piccola tessera apparentemente isolata, ma che in realtà va aggiunta ad un mosaico più grande.
Arriviamo così a delineare i contorni di una vicenda accaduta nel passato, che avrà sviluppi imprevisti sulle loro vite, un segreto mai rivelato che finirà col condizionare anche gli eventi futuri, fino al finale catartico e liberatorio.
Il racconto delle vicende passate, però, viene costantemente interrotto dall'irrompere del presente, come a sottolineare che il passato delle cugine è ancora irrisolto, e ancora condiziona le loro vite attuali.

"Arrivederci piccole donne" non ha nulla della tranquilla malinconia, della composta serenità del romanzo della Alcott.
Nè tanto meno ha la consolante, apparente leggerezza dei romanzi di Isabel Allende (a cui per certi versi, la Serrano potrebbe essere accostata).
E' un libro duro, aspro, crudo. Libri come questo non solo raccontano una storia, ma costringono il lettore a misurarsi con essa, a riflettere, a farsi domande ed inevitabilmente a riconsiderare la propria, personale vicenda umana. E' questa la ragione per cui ti restano dentro.
Lo stile si modifica impercettibilmente in ogni capitolo, per addattarsi alla personalità di ciascuna delle protagoniste. Questo fa sì che il lettore possa "vivere" la differenza esistente fra le cugine, e vedere allo stesso tempo gli eventi narrati nel libro da punti di vista differenti.
Il filo conduttore resta però l'amarezza, il rimpianto. L'amarezza per quello che è stato e che non si può più cambiare, per quello che sarebbe potuto essere e invece non è accaduto.
L'amarezza e il rimpianto permeano il libro, ma soltanto fino a quando le cugine avranno il coraggio di guardare in faccia il passato...e di liberarsene...insomma, fino all'epilogo che non ha niente di consolante, eppure lascia accesa una timida speranza per il futuro.

6 commenti:

  1. Bella recensione Lisse, mi hai fatto incuriosire...
    Piccole donne, Piccole donne crescono, I ragazzi di Jo e Piccoli uomini... sono indissolubilmente legati alla mia infanzia, ma anche adesso li rileggerei molto volentieri, così come non mi stancherei mai di vedere il film con Katharine Hepburn o anche il più holliwoodiano con Winona Rider! Insomma, le sorelle March ce l'ho nel cuore!!!

    quoto ciò che hai detto su Biagi...

    ciao!

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  2. se sei una fan di piccole donne, dovresti dare una chance anche a questa versione della Serrano. Molto adulta e dura, come detto, ma secondo me merita!!

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  3. quando ero bambina io piccole donne e successivi erano proprio i libri che ci permettevano di leggere e mai mi sono pentita di averli letti così come Il cucciolo, I ragazzi della Via Pal e molti altri.
    Per quanto riguarda il film la mia.....vetusta età mi consente di ricordare quello del 1949 con * Elizabeth Taylor, June Allyson, Janet Leigh, Margaret O'Brien, Mary Astor, Peter Lawford, Rossano Brazzi però nella mia memoria non riesco a ritrovare quello con la Katharine Hepburn, se manu volesse inviarmi qualche informazione le sarei molto grata perchè la Hepburn è sempre stata una delle mie attrici preferite
    Complimenti per le tue apprezzabili recensioni e per Biagi sono assolutamente d'accordo con te, lui e Montanelli erano due splendide voci che non consentivano a nessuno di mettergli il bavaglio

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  4. eccomi all'appello!!!
    Ho letto e amato anch'io Piccole donne e Piccole donne crescono...e (quando si parla di strane coincidenze!!) qualche giorno fa ho comprato il libro di Marcela Serrano.... e a questo punto non vedo l'ora di leggerlo!!!

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  5. Silvana, scusa, ti rispondo qui perchè il tuo profilo non è abilitato e non so se sei la stessa Silvana che conosco io ;)!!

    Grazie per avermi ricordato il film con Elizabeth Taylor, bello anche quello (come ho fatto a dimenticarmelo???), quello con la Hepburn è del 1933, è di Cukor e lei, ovviamente, è Jo.

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  6. Devo dirti la verità Lisse, mi è piaciuto il modo in cui la Serrano riesce a delineare la personalità di ciascuna delle cugine, ma quando l'ho finito mi è sembrato che mancasse qualcosa.. non so se questo è dovuto all'amarezza, come tu dici, del finale, che mi è sembrato un po' alla Thelma & Louise, o nel fatto che della realtà politica Cilena di certi anni ne è stata dato solo una descrizione sommaria e non è stato approfondito quel contesto che, secondo me, è molto importante per cercare di capire l'evoluzione dei personaggi... è comunque un libro che vale la pena leggere.

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