giovedì 9 maggio 2019

Le parole di Sara...

... di Maurizio de Giovanni.

La scheda del libro sul sito della Rizzoli

Sara Morozzi ha lasciato la Polizia anni prima, per accudire l'amore della sua vita, gravemente ammalato. Per lui ha lasciato marito e figlio, e adesso vive in solitudine, ma non si pente di nulla, dopo aver amato tanto. Ma l'unità speciale della Polizia in cui prestava servizio sembra avere ancora bisogno di lei. Non in via ufficiale, si intende. Teresa Pandolfi, amica ed ex collega, ha bisogno di aiuto per un'indagine sulla scomparsa di uno stagista, un'indagine che qualcuno, ai livelli superiori, non vuole che venga svolta. La persona giusta da contattare è Sara: lei sa muoversi nell'ombra, sa come non essere vista mentre vede tutto, e con l'aiuto di Viola, compagna del figlio deceduto in un incidente, e dell'ispettore Pardo, arriverà alla verità.

Iniziamo col dire che devo ancora trovare un libro di Maurizio de Giovanni che non mi piaccia. Anche I guardiani , il libro di de Giovanni che ha avuto meno succeso rispetto agli altri, è per me affascinante e ben scritto (anzi, io aspetto con ansia il secondo volume della serie, rinviato a data da destinarsi, sigh).
Le parole di Sara non smentisce questo trend.

Il volume è il secondo della serie dedicata a Sara Morozzi, detta Bionda, ex agente di una squadra speciale della Polizia, esperta di interpretazione del linguaggio del corpo, di lettura della labbra e comprensione delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Lei arriva a decodificare suoni e immagini incomprensibili per altri; è praticamente una donna invisibile, perchè ha passato la vita a mimetizzarsi con l'ambiente, per poter cogliere ogni minimo dettaglio utile alle indagini senza farsi notare.
Questo secondo romanzo mi è piaciuto più del primo. Infatti il libro ha dalla sua una trama ben congegnata e compatta, che mescola elementi diversi (dal mistery, al noir alla spy story) e una protagonista originale curata nei minimi dettagli.
Ho apprezzato molto la scelta di includere nell'edizione il racconto breve Sara che aspetta, inizialmente pubblicato nell'antologia poliziesca Sbirre. Il racconto, oltre ad essere molto bello, anche se doloroso, come tutto quello che riguarda la nostra donna invisibile, getta luce sul passato recente di Sara. Un vero e proprio regalo per i lettori appassionati della serie e dell'autore.

Dopo un primo capitolo, recensito qui , in cui larga parte della trama era dedicata alla presentazione dei personaggi, del contesto e del passato di Sara, ho trovato questo nuovo romanzo molto focalizzato sulla storia, con una protagonista perfettamente integrata nel meccanismo della narrazione.
Nonostante sia la protagonista, Sara riesce davvero ad essere invisibile. Parla poco, ma agisce molto, soprattutto in sordina. Riesce ad essere quasi invisibile anche agli occhi del lettore, che, distratto dai problemi di Viola, dalle sue scaramucce con l'ispettore Pardo e dai fantasmi del passato che non cessano di tormentare i protagonisti, quasi non si rende conto del grande lavoro sottorraneo svolto dell'ex poliziotta.
Il personaggio è dunque costruito alla perfezione e ho trovato interessante che riesca a mimetizzarsi così bene con la trama senza però sparire. De Giovanni è davvero riuscito a creare una protagonista che domina la scena senza che il lettore se ne accorga.

L'intreccio è complesso quanto basta ed è narrato in maniera lucida e diretta; le riflessioni, l'empatia e i sentimenti sono affidati ai brevi momenti di flashback, anch'essi perfettamente integrati nello sviluppo della trama. La storia è di quelle spinose; oltre a dover risolvere il mistero legato alla scomparsa di un giovane stagista, l'eterogenea squadra di investigatori dovrà fare i conti con depistaggi, oscure minacce e apparati deviati dello Stato.

Fa capolino nella trama anche l'attualità, con richiami ai temi dello sfruttamente dell'immigrazione ai  gruppuscoli eversi di matrice fascista.

L'ambientazione è sempre quella napoletana cara all'autore, ma è interessante sottolineare che Napoli qui è, al pari di Sara, invisibile eppure presente e riconoscibilissima, anche se non viene mai nominata. È una città dolente, disperata ma non rassegnata, viva, pronta sempre a sconfiggere "il male"con l'ultimo guizzo di autoconsapevolezza.
Come Sara.

Il finale mi è piaiciuto moltissimo. Forte (anche se non scioccante come ci ha abituato l'autore), duro e assolutamente non politically correct.

Voto: 8

2 commenti:

  1. Bellissima recensione. Ho acquistato il libro appena uscito e spero di leggerlo quest'estate, ma sono felice di sapere che de Giovanni ha mantenuto le aspettative che avevo dopo aver letto il primo capitolo.
    Un abbraccio
    Bacci

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  2. libri ritirato sabato in biblioteca e non vedo l'ora di inizarlo

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