mercoledì 31 ottobre 2018

La scatola dei bottoni di Gwendy...

... di Stephen King e Richard Chizmar.

 La scheda del libro sul sito della Sperling & Kupfer

Gwendy è una ragazzina di dodici anni che vive a Castle Rock, ed è schernita dai compagni per il suo peso e perseguitata da un bullo. Durante l'estate decide di dimagrire e comincia a correre su un promontorio conosciuto come la Scala del Suicidio. Qui un mattino incontra uno strano uomo con un cappello nero, che le regala una misteriosa scatola...

La scatola dei bottoni di Gwendy è un romanzo che parte da uno spunto molto interessante. Un uomo avvicina una ragazzina che si sta affacciando all'adolescenza, con i suoi problemi e piccoli traumi, e le affida una scatola al cui interno ci sono dei bottoni. Premendoli potrebbero succedere cosa incredibili, nel bene e nel male. Inizialmente  il ragalo sembra aprire alla piccola Gwendy le porte di un sogno, di un'opportunità favolosa, ma poco alla volta la scatola comincia a svelare tutto il peso di un simile potere racchiuso nelle mani di una ragazzina. 

La scatola, molto lentamente ma in maniera costante,  comincia a rivelarsi come il vero elemento horror del romanzo (in modi che non posso rivelarvi per non fare spoiler). Il vero protagonista, infatti, è proprio questo oggetto, che nell'ombra riesce ad allungare la sua influenza sulla vita di Gwendy. Insomma, la scatola, in qualche modo, rifiuta il suo ruolo di strumento e si insinua nella vita di Gwendy in maniera subdola e strisciante.
Questo aspetto è quello che mi è piaciuto di più, perchè tiene l'elemento inquietante/soprannaturale ben ancorato alla realtà, e sinceramente non c'è niente che mi faccia più paura o che mi turbi di più di qualcosa di terrificante che sia ben radicato nella vita di tutti i giorni. L'alieno o il mostro zannuto venuto fuori dalla palude misteriosa possono anche spaventarmi per un momento, ma quello che davvero riesce a toccarmi è l'orrore che striscia pian piano nel quotidiano. Da questo punto di vista, La scatola dei bottoni fa egregiamente il suo dovere. E per questo il romanzo merita ampiamente la sufficienza, secondo me.

Altra cosa che mi è piaciuta è stato il modo in cui gli autori hanno affrontato il tema che potremmo definire sinteticamente come "grandi poteri, grandi responsabilità".
Nel raccontarci la storia di una ragazzina qualunque che improvvisamente si trova tra le mani un oggetto spaventosamente potente, gli autori non tralasciano di sottolineare, senza moralismi e senza pedanteria, le implicazioni che la sola esistenza di un simile oggetto porta con sè, e lo fanno in modo tutt'altro che banale. Di riflesso, anche Gwendy viene perciò approfondita sufficientemente nelle sue motivazioni e nella sua psicologia.

Fino a qui ho elencato i punti di forza di questo romanzo, il quale, però, non è riuscito a convincermi fino in fondo.
 
Quello che mi ha lasciato perplessa, infatti, è stato lo sviluppo del romanzo considerato nel suo insieme. Si tratta, infatti, di un romanzo molto breve per gli standard a cui King ci ha abituati, circa 240 pagine scritte in un carattere molto grande e con margini abbastanza ampi. La storia mi è sembrata un po' stiracchiata, un po' diluita al fine di raggiungere il minimo sindacale quanto a numero di pagine e potersi fregiare del titolo di romanzo. Mi è rimasta addosso la sensazione che qiesta storia avrebbe dato il meglio di sè in forma di racconto; nel momento in cui se ne è fatto un romanzo l'operazione è riuscita solo a metà. Qualche omissione, il sorvolare su qualche spiegazioni e alcune domande lasciate senza risposta le posso tollerare in un  racconto; ma in un romanzo no. Sento che mi manca qualcosa, e questo è proprio quello che mi è successo leggendo La scatola dei bottoni di Gwendy.
Se da un lato è vero che il romanzo è molto scorrevole, dall'altro qualche approfondimento in più non lo avrebbe certo appesantito, tutt'altro. Qualche pagina in più spesa specialmente sul misterioso uomo in nero e sul suo ancor più misterioso cappello avrebbero dato, secondo me, maggior spessore al romanzo. Avrei gradito anche sapere qualcosa in più sulla scatola, le sue origini, la sua storia.

Voto: 6 e 1/2

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