venerdì 4 agosto 2017

La morte delle api...

... di Lisa O'Donnell.


La scheda del libro sul sito della Newton & Compton Editori

Marnie ha quindici anni e sua sorella dodici quando si trovano a dover seppellire nel giardino di casa i propri genitori. Di certo le due ragazze non sentiranno la mancanza di due genitori dipendenti da alcool e droga, violenti e abusivi. Ma non vogliono nemmeno andare in affidamento, col rischio di finire chissà dove e di essere separate. Ma per quanto tempo potranno fingere che tutto sia normale, prima che qualcuno chiami i servizi sociali?
 
Questo romanzo ci racconta la storia molto triste e molto cruda di due adolescenti costrette a cavarsela da sole dopo la morte dei genitori. A dire la verità, le due ragazze dovevano arrangiarsi anche prima, perché i due, Izzy e Gene, non erano certo dei genitori esemplari.
Le circostanze della loro morte, non naturale, non sono inizialmente chiare. Le due ragazze sospettano l'una dell'altra per la dipartita di Gene, mentre è chiaro che Izzy si sia impiccata dopo averne scoperto il cadavere.
Marnie è quella che prende in mano le redini della situazione, decidendo di volta in volta il da farsi, mentre Nelly è più sognatrice e vive in un mondo tutto suo, e fatica ad adattarsi alla nuova, surreale routine fatta di segreti, bugie e indipendenza.
 
La morte delle api ci racconta senza indorare la pillola il duro mondo di queste due adolescenti cresciute in una famiglia inesistente. L'ombra degli abusi si allunga sul loro passato; per Marnie poi, il cadere nella spirale delle dipendenze è davvero ad un passo.
Lo spaccato dei sobborghi di Glasgow che questo romanzo ci fa vedere è da brividi, perché sappiamo che è fin troppo reale.
Eppure in questo mondo, narratoci in prima persona da Marnie e Nelly, a cui poi si aggiungerà il vicino di casa Lennie, è possibile trovare solidarietà, amore, sostegno morale.
La cosa che mi ha colpito di questa storia è che tutto quello che di positivo accade proviene da persone problematiche o addirittura pericolose. Lo stesso Lennie, che intuisce per primo come qualcosa sia accaduto nella casa delle due protagoniste, ma non sa cosa, e offre loro pasti caldi e conforto, ha una condanna per crimini sessuali sulle spalle. Non è innocente, ma non è nemmeno il mostro che tutti credono, ma soprattutto non cerca giustificazioni, sa di avere un grosso fardello sulla coscienza e non passa giorno in cui non chieda perdono per quello che ha fatto.
I personaggi di questo romanzo sono così, pieni di ombre (molte) e luci (poche), eppure tentato di trovare un modo per resistere alle avversità della vita, andare avanti e affrontare i problemi. Questa dicotomia fatta di azioni moralmente riprovevoli  e slanci umani di solidarietà mi ha affascinata.
 
Come già accennato lo stile è semplice e asciutto, il linguaggio crudo, e alcuni episodi annodano lo stomaco. Quello che fa veramente male è che certe cose vengono raccontate come se fossero normali, nel senso che le protagoniste sono cresciute in un ambiente in cui certe cose effettivamente lo sono (esempio: essere abbandonate per giorni senza soldi né cibo; vedere i propri genitori crollare strafatti sul pavimento). Certi episodi non generano alcuna emozione in Marnie e Nelly e questa contraddizione crea nel lettore una grande commozione e partecipazione.
 
La morte delle api è, secondo me, una storia che va letta perché non può essere raccontata senza che se ne perda la cruda bellezza.
L'unico neo è il finale, a parer mio. In un certo modo è coerente con la trama, non mette assolutamente le cose a posto, anzi, apre a tutta una serie di altre domande, e curiosità sul futuro dei protagonisti che purtroppo resteranno senza risposta.
 
Voto: 7

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