martedì 15 agosto 2017

I Medici. Una regina al potere...

di Matteo Strukul.

La scheda del libro sul sito della Newton & Compton

 Francia, 1536. Francesco di Valois, delfino di Francia, viene assassinato e Caterina de' Medici, moglie di suo fratello minore Enrico, viene sospettata di aver tramato per ucciderlo. Del resto, nonostante si sia dedicata anima e corpo alla corte di Francia, è sempre rimasta un'estranea, un'italiana, una mercantessa di basso lignaggio. Fortunatemente, il re apprezza le sue qualità e la sua intelligenza, e crede alla sua innocenza.
Inizia così la storia di Caterina alla corte dei re di Francia, nel disperato tentativo di dare un erede al futuro sovrano e di sopravvivere a pericolosi intrighi. Tutto con un solo obiettivo: consolidare il potere dei Valois, alla cui causa Caterina ha consacrato la sua vita.

So bene che questo volume è il terzo della trilogia dedicata alla famiglia de' Medici, ma avevo bisogno di lggerlo per continuare il mio percorso in una divertente challenge librosa (The Goose Reading Challenge sul blog di Rosaria Niente di Personale) e così mi sono buttata.
I tre volumi che compongono la trilogia trattano di periodi storici differenti perciò le storie possono essere lette autonomamente.
Contrariamente ai due volumi precedenti ambientati nella Firenze del 1400, qui ci troviamo in Francia, alla corte di Francesco I di Valois. Caterina vi giunge come moglie del figlio cadetto Enrico. La situazione però cambia repentinamente quando l'erede al trono e fratello maggiore di Enrico viene assassinato. Dopo essersi liberata (piuttosto velocemente, a dire il vero ) del sospetto di essere in qualche modo la mandante dell'omicidio, Caterina diventa una figura di spicco nella corte, molto più di suo marito, diviso tra le stima per lei e il dovere coniugale da un lato, e l'amore imperituro per Diana, la sua favorita e amante di sempre. La rivalità fra le due donne lascerà un segno nella storia di Francia (almeno secondo questo romanzo). 
Caterina è una donna molto intelligente, non bellissima ma piena di qualità, legata però al marito da un amore non totalmente corrisposto. Nonostante il dolore mai sopito per questa circostanza, Caterina terrà in mano le redini della vita politica francese con acume, intelligenza e a tratti anche con comportamenti privi di scrupoli.

Sinceramente mi rendo conto che l'opera di Strukul andrebbe giudicata nel suo complesso, ma devo ammettere che quello che ho letto non mi ha lasciata pienamente soddisfatta.
In verità, mi sono annoiata, e anche parecchio.
La struttura del romanzo è composta da finestre temporali; in pratica l'autore saltella allegramente, ogni tot capitoli, da un anno all'altro, lasciando buchi di diversi anni tra i gruppi di capitoli. Questo, secondo me, ha spezzato il ritmo del romanzo e ne ha irrimediabilmente inquinato la narrazione.
Se, ad esempio, sul finire di un capitolo, un intrigo di corte potenzialmente pericoloso risveglia la nostra attenzione, girando pagina ci accorgiamo che sono passati 4, 5, 10 anni da quel momento, e tutto si è risolto nel migliore dei modi (e noi non lo abbiamo potuto leggere tra le pagine del romanzo).
Emblematico è il caso dei capitoli 21 e 22, ambientati nel 1544; siamo nel bel mezzo della guerra fra la Francia e Carlo V d'Asurgo. Lasciamo Enrico, delfino di Francia e marito di Caterina, in pericolo in mezzo a soldati imperiali, proprio nel momento in cui, a palazzo, finalmente sua moglie ha dato alla luce il suo primogenito. Enrico e la sua fedele guardia del corpo devono fuggire per salvarsi la vita; hanno la meglio su un gruppo di nemici e si gettano nel folto del bosco. Perfetto, giriamo pagine e... siamo nel 1547.
La cosa mi ha dato parecchio fastidio, ed è la ragione che mi ha impedito di appassionarmi alle vicende dei personaggi.

Forse proprio a causa dei continui salti temporali, i personaggi stessi non risultano molto approfonditi, e seguirne l'evoluzione è difficile. Onestamente anche la Caterina di cui ho letto nel finale mi sembra in contrasto con quella che  - a fatica - mi ero raffigurata durante il corso del romanzo. Avevo imparato a conoscere una donna dall'intelligenza sottile, acuta, bravissima a valutare le conseguenze di ogni spostamento sulla scacchiera del potere; sul finire del romanzo mi ritrovo invece una donna che non va per il sottile, che risolve i problemi ordinando assassini e massacri senza porsi troppi problemi. Certo, l'evoluzione del personaggio è possibile; ma io ho avuto l'impressione di essermi persa la parte in cui lei cambiava. Ho avuto l'impressione che l'autore non mi avesse detto tutto.

Quindi, no, questo non è un romanzo che mi ha colpito, o che mi sentirei di consigliare. Devo dire che dalla sua ha una certa scorrevolezza e facilità di lettura, che lo rendono tutt'altro che pesante.

Voto: 6

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