mercoledì 28 giugno 2017

Agatha Raisin e la casa infestata...

di M. C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria Edizioni

Con l'aiuto dell'ambiguo Paul Chatterton, suo nuovo vicino, Agatha questa volta indaga sul caso di una vecchia casa di proprietà di una sgradevole e anziana signora, la quale sostiene che la sua dimora sia infestata dai fantasmi. Agatha e Paul decidono di passare una notte nel cottage in questione, ed effettivamente qualcosa accade. Una strana nebbiolina comincia a filtrare sotto le porte... Agatha fugge urlando in preda al panico, ma quando poi il fenomeno paranormale si rivelerà essere ghiaccio secco, appare evidente che qualcuno tenta di spaventare l'anziana donna. Poiché la lista di persone che potrebbero essere responsabili dei fatti è molto lunga, e soprattutto  per riabilitarsi agli occhi di Paul, Agatha decide di indagare. Quando poi la vecchia signora viene uccisa, l'indagine si fa ancora più seria e serrata.

Come probabilmente già saprete, Agatha Raisin è una ex PR londinese, che è andata in pensione anticipatamente coronando il sogno di trasferirsi nei Cotwolds, deliziosa regione della campagna inglese costellata di villaggi e cottage. Qui, nel villaggio di Carsley, Agatha crede di trovare il paradiso in terra. Ma le abilità apprese nello spietato mondo delle pubbliche relazioni londinesi - trafficare, blandire, minacciare persino per ottenere un risultato - non sono utili nella tranquilla cmapagna inglese, e Agatha si ritrova ad essere una signora di mezza età, senza amici e con troppo tempo libero e poca autostima (cosa che a Londra mascherava con una esagerata aggressività).
 
In questa quattordicesima indagine, nonostante di acqua ne sia passata sotto i ponti, M. C. Beaton riesce a non ripetersi e a rendere  l'avventura ben definita e diversa dalle altre.
Intendiamoci, gli elementi di base di questi romanzi sono sempre gli stessi: la personalità di Agatha, i delitti che coinvolgono persone all'apparenza banali e la campagna inglese.
A questo però l'autrice sa aggiungere ogni volta quel tocco di mistero che rende ogni storia unica e interessante.
Prendiamo l'ambientazione: è quanto di più classico si possa immaginare, ma l'autrice riesce a modernizzarla e renderla dinamica.
La vittima, all'apparenza una vecchia signora petulante e maleducata in cerca di attenzioni, è più complessa (e più antipatica) di quanto sembri all'inizio. E questo oltre a fornirci spunti interessanti, allarga anche il giro dei sospettati.
La protagonista, Agatha, non è ferma e compiutamente matura come gli altri detective del giallo classico, e soprattutto non è mero strumento di risoluzione del caso. Agatha è una donna in crisi che non sa di essere in crisi, e sta seguendo un lento percorso di mutamento personale. Sta cominciando a capire molto di se stessa, e poco degli altri (ma ne è consapevole).  Sebbene continui a fantasticare ad occhi aperti sui vicini che di volta in volta occupano il cottage che fu del suo ex-marito James Lacey, riesce, di tanto in tanto, a rimettere i piedi per terra, e ad usare il senso pratico, che non le manca affatto, anche quando si tratta di questioni di cuore.
 
In più Agatha comincia a codificare lentamente, e a tratti inconsciamente, la sua cifra stilistica investigativa: domandare tutto a tutti, frugare di qua e di là possibilmente senza che la polizia lo venga a sapere, tenere gli occhi aperti e aspettare. Incredibilmente, il metodo funziona.
 
La trama gialla è simpatica, piene di svolte e vicoli ciechi, ma comunque lineare nella sua logicità, e semplice da seguire. Non per questo la soluzione è meno apprezzabile, anzi, tutt'altro, perché fino all'ultimo minuto chiunque dei sospettati potrebbe avere commesso il delitto in questione.
Ci vuole il tocco personale di Agatha e le sue intuizioni per arrivare alla verità e salvare anche una vita umana.
 
Voto: 7 e 1/2.

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