sabato 24 giugno 2017

Era di maggio...

... di Antonio Manzini.

 
Tre giorni dopo la chiusura del caso che riguardava il rapimento di un'adolescente, Chiara Berguet, figlia di noti imprenditori locali, il vicequestore Rocco Schiavone si trova solo con la rabbia, il dolore ed il rimorso. Mentre lui indagava sul rapimento, e riusciva a ritrovare sana e salva la vittima, qualcuno entrava in casa sua e uccideva Adele, sua vecchia amica, ospite ad Aosta per qualche giorno.
Rocco non avrà pace finché non troverà il colpevole. Nel frattempo però, un uomo legato al rapimento Berguet viene ucciso in carcere in circostanze sospette. Il vicequestore indaga.
 
Era di maggio è un romanzo molto intenso. Giunti al quarto romanzo, cominciamo a conoscere bene il vicequestore Rocco Schiavone. Un uomo burbero, scontroso, che non si fa problemi ad oltrepassare la linea che divide il crimine dalla legge, che possiede un senso di giustizia personale, e che nonostante tutto è un buon poliziotto. Ha fiuto, sa indagare, non si tira indietro una volta entrato nel vivo di un'indagine.
Oramai lo conosciamo bene, dicevo, eppure in ogni romanzo Manzini riesce a dettagliare il suo personaggio con nuove sfumature.
Qui, in particolare scopriamo Rocco com'era nel passato, e scopriamo che in fondo, non era tanto diverso da come si presenta adesso. Insomma, non è stata la tragica morte della moglie Marina a trasformarlo nell'orso scostante e maleducato che è oggi. E questo sinceramente mi piace, perché disegna la figura di un uomo che è quello che è, ed in più si porta appresso un grande fardello. Non si tratta di un personaggio, come spesso accade, modellato dalle circostanze.
 
La serie delle indagini del vicequestore si è anch'essa evoluta romanzo dopo romanzo. L'attenzione si è lentamente spostata dalle indagine e dai metodi poco ortodossi di Schiavone fino a puntarsi su Rocco Schiavone stesso. Questo libro e il precedente (recensito qui) aprono ampi squarci sul passato del poliziotto. Scopriamo le sue amicizie pericolose con piccoli criminali; scopriamo che Rocco non ha mai considerato un problema arrotondare lo stipendio in maniera non propriamente legale, e scopriamo che nonostante tutto faceva anche il poliziotto, e soprattutto lo faceva bene, anche se il suo senso di giustizia non coincideva con i limiti stabiliti dalla legge e dalla legalità.
Il passato è tornato a bussare alla porta, e Schiavone reagisce facendo quello che sa fare meglio: il segugio. Riesce a star dietro a due indagini contemporaneamente. La prima è delicatissima perché legata sia al rapimento di Chaira Berguet, sia alle infiltrazioni della malavita nella Pubblica Amministrazione; l'altra è delicatissima perché riguarda lui stesso, i suoi amici romani ed il suo passato. Pezzo dopo pezzo Rocco riuscirà a comporre entrambi i mosaici. Uno dei due però, quello che lo riguarda, non è ancora completo.
 
Un romanzo in cui l'indagine e le vicende personali dell'investigatore si fondono e completano in maniera egregia, raccontandoci non solo di un caso criminale, ma parlandoci di un uomo e dei suoi tormenti in maniera intensa e toccante.
 
Voto: 8
 

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