martedì 24 gennaio 2017

La cattedrale dei nove specchi. Parthenope Trilogy #2...

...di Martin Rua.



La scheda del libro sul sito della Newton & Compton

L'antiquario Lorenzo Aragona, già protagonista de Le nove chiavi dell'antiquario, si trova a Praga per partecipare all'inaugurazione di una mostra sugli strumenti degli antichi alchimisti. Ben presto la tranquillità del suo soggiorno viene interrotta da una serie di eventi: un antiquario e fratello massone chiede di incontrarlo e gli consegna un misterioso oggetto; lo stesso antiquario viene poi trovato morto, brutalmente assassinato; l'oggetto di punta della mostra, l'orologio alchemico appartenuto al famoso alchimista Raimondo De Sangro, principe di San Severo, viene rubato; qualcuno tenta di sparargli nella sua camera d'albergo.
Inizia così una nuova indagine su un mistero esoterico per Lorenzo Aragona, che lo porterà a svelare gli enigmi più suggestivi nascosti nella sua città, Napoli, alla ricerca della mitica Cattedrale dei nove specchi. Ma la Cattedrale esiste davvero, o è solo un simbolo del pensiero esoterico?
 
Statisticamente parlando, quante sono le probabilità che il secondo volume di una trilogia sia migliore del primo? 
Solitamente, le probabilità sono scarse, molte scarse. Se l'inizio di una serie ha dei difetti, facilmente li si ritroverà anche nei volumi successivi. Ma siccome il mondo è bello perché è vario, e la vita ama sorprenderci anche in maniera positiva ogni tanto, ecco che dopo un esordio così così, la Parthenope Trilogy (ma 'sto sottotitolo in inglese da dove arriva poi?) ci stupisce con un secondo volume decisamente sopra le aspettative.
Ho recensito il romanzo #1 - Le nove chiavi dell'antiquario - qui e nonostante il volume avesse raggiunto una sufficienza piena, avevo notato alcuni difetti che mi avevano fatto storcere il naso.
E' stato pertanto piacevole notare che alcuni di questi difetti, i più grossi, non si ritrovano in questo nuovo romanzo.
 
Ritroviamo Lorenzo Aragona, l'antiquario alchimista e massone, con la sua conoscenza di tutto ciò che è esoterico e misterioso. Un personaggio che mi piace proprio perché sa e accetta che esiste altro oltre la realtà materiale che ci circonda. Quindi nessuna noiosa incredulità di circostanza che spesso gli autori appiccicano ai propri personaggi per dargli spessore; 3 volte su 5 (sì, ho fatto una personalissima stima) l'incredulità è di facciata, e dura circa quindici minuti. Poi il personaggio potrà vedere di tutto, alieni, buchi neri, discendenti di Gesù (Robert Langdon, anyone?), oggetti magici, una fetta biscottata spalmata di Nutella che se cade non cade dalla parte con la Nutella, che non batterà ciglio (fino al prossimo romanzo, ovviamente).
Lorenzo Aragona non è così, prende i misteri di petto e ha gli strumenti per indagare, e questo mi piace.
 
La trama, dopo una leggera confusione iniziale nella parte ambientata a Praga, è molto più scorrevole e lineare. Come accennato, da principio, tra sparatorie, furti, inseguimenti e omicidi si ha la sensazione che ancora una volta l'autore abbia messo troppa carne a cuocere; ma quando Lorenzo rientra a Napoli e inizia a indagare per conto suo, questa sensazione svanisce.
Il romanzo è quasi tutto ambientato a Napoli e vale la pena di leggerlo soltanto per fare la conoscenza delle più suggestive e inquietanti leggende della città partenopea.
Lo so, io sono un pochino di parte, ma credetemi sulla parola se vi dico che il lavoro fatto dall'autore per amalgamare il mito alla sua trama è davvero apprezzabile. La conoscenza dei luoghi, delle leggende, delle opere d'arte, della storia è completa. Ho apprezzato molto anche che alla fine del romanzo l'autore abbia spiegato cose c'è di storico e cosa no nel suo romanzo.
 
A farla da padrone è la figura del principe Raimondo De Sangro di Sansevero (1), che commissionò la Cappella omonima, dove è conservato il celeberrimo Cristo Velato. Oltre a essere stato un personaggio di primo piano nel panorama culturale della città settecentesca, il Principe (come viene semplicemente chiamato a Napoli) è protagonista di una leggenda nera che nacque quando lui era ancora vivo, e che non lo ha abbandonato tutt'oggi. Scienziato, inventore, alchimista, ma per molti mago e uomo dai misteriosi poteri, il Principe De Sangro ci ha lasciato una cappella di famiglia (2) in cui i riferimenti esoterici e misteriosi si sprecano, e Martin Rua ci va a nozze (e io con lui).
L'autore attinge a piene mani alla storia e alla leggenda del Principe, coinvolgendo anche il conte di Saint Germain (altro affascinante e misterioso personaggio). Analizzando l'epistolario che i due si scambiarono, Aragona comincia la classica caccia al tesoro tra i monumenti più famosi ed enigmatici della città, in una corsa contro il tempo per salvare alcune delle persone che più ama, e che moriranno se lui non riuscirà a svelare l'enigma.
Certo, se state pensando che non c'è niente di nuovo sotto il sole, e se vi pare di scorgere Dan Brown o Glenn Cooper che vi fanno ciao ciao con la manina, avete ragione; ma gli elementi mitici e leggendari utilizzati dall'autore sono così suggestivi che alla fine il romanzo non annoia e non dà la spiacevole sensazione di "già letto, già visto".

Intendiamoci, questo romanzo non è innovativo, né cambierà la storia della letteratura mondiale; ma è una bella storia, piacevole, interessante, che intrattiene. Peccato per il finale che ha provato a stupirci con un colpo di scena un po' forzato.
Mi rivolgo agli autori (e ai loro personaggi cattivoni): questa cosa dei piani macchinosi per convincere qualcuno a collaborare deve finire! Avete mai provato a chiedere gentilmente una mano? Si acchiappano più mosche con il miele che con l'aceto eh.

Insomma, questo libro è come una vacanza spensierata in cui ho apprezzato moltissimo il viaggio ma un po' meno la destinazione.

Voto 7=
 
(1)Per saperne di più su Principe, cliccate qui
(2) Per saperne di più sulla Cappella San Severo, visitate il sito ufficiale. E se ne avete l'opportunità, andate a visitarla di persona.

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