martedì 23 agosto 2016

Agatha Raisin e la quiche letale...

...di M.C. Beaton.


La scheda del libro sul sito della Astoria

Agatha Raisin ha 53 anni ed è una PR, la più tosta, la più brava, la più scorbutica di Londra. Quando sente di aver raggiunto un certo benessere economico, decide di vendere la sua agenzia e di cambiare vita acquistando un cottage a Carsely, nei Cotwolds, ridente regione della campagna inglese.
Cercando di integrarsi nella vita del villaggio Agatha decide di partecipare ad una gara culinaria, ma abituata alle prepotenze e ai sotterfugi del mondo delle pubbliche relazioni londinesi, decide di barare, e compre una quiche già pronta in un negozio di Londra. Quando uno dei giudici muore dopo averla assaggiata, per Agatha cominciano i guai: sbugiardata e sospettata di omicidio, dovrà investigare per tirarsi fuori dai pasticci.
 
Agatha aveva cinquantatré anni, capelli di un castano scialbo, un viso squadrato e insignificante, corporatura tozza. L’accento era passabilmente Mayfair, tranne nei momenti di tensione o quando era eccitata, perché in quel caso saltava fuori la vecchia voce nasale genere Birmingham, residuo di gioventù. Nelle pubbliche relazioni è utile avere un certo fascino, e Agatha ne era del tutto sprovvista. I risultati li otteneva applicando in modo alternato la tecnica poliziotto buono/poliziotto cattivo; ora faceva la prepotente ora la ruffiana, per conto dei suoi clienti. I giornalisti, pur di levarsela di torno, spesso finivano per concedere loro dello spazio. Era anche un’esperta in ricatto affettivo, e tutti quelli che erano così incauti da accettare un dono o un invito a pranzo da parte di Agatha, poi venivano braccati senza vergogna finché non ricambiavano in natura. Tra i suoi dipendenti era popolare, perché nell’insieme erano una manica di deboli, gente frivola, il tipo di persone che trasformano in leggenda chiunque abbia il potere di atterrirli. Agatha era descritta come “un bel tipetto”, e come tutti i bei tipetti che dicono quello che pensano non aveva amici veri. La sua vita sociale iniziava e finiva nel lavoro. Mentre si alzava per andare a raggiungere il gruppo, una piccola nube offuscò l’orizzonte della mente di Agatha, di solito poco incline alle elucubrazioni. Di fronte a lei si stendevano giornate vuote: niente più lavoro da mane a sera, niente trambusto, niente rumore. Come avrebbe fatto a resistere
 
Con questo piacevole giallo facciamo la conoscenza di Agatha Raisin, sicuramente la più indisponente tra gli investigatori dilettanti del panorama letterario. Dopo una vita passata a fare lo squalo nel mondo delle pubbliche elazioni londinesi, Agatha pensa che la vita di campagna sarà uno scherzo; invece si ritrova sola, isolata e senza amici. Del resto non ha mai avuto tempo o voglia di coltivare le amicizie, e si ritrova a cinquant'anni a non sapere da che parte cominciare.
Certo, il buon senso avrebbe dovuto suggerirle che barare ad una gara culinaria sperando di diventare popolare non è esattamente un buon modo per iniziare la sua nuova vita... ma presto scopriremo che tra le qualità di Agatha il buon senso non è quella preponderante.
La nostra protagonista si muove nel mondo tranquillo e rilassato della campagna inglese con la grazia di un rinoceronte in una cristalleria, e la fragilità di un'adolescente che teme di essere rifiutata.
Decide di applicare i suoi metodi spicci da regina delle pubbliche relazioni anche a Carsely, con risultati non proprio esaltanti, ma sicuramente divertenti per il lettore.
 
Il dipanarsi della trama gialla è anch'esso originale come la protagonista. L'indagine procede a tentoni, con Agatha che da ascolto più alle sue simpatie (e soprattutto antipatie) che alle deduzioni logiche e coerenti. Ma c'è qualcosa in questa indagine che affascina il lettore. Probabilmente il realismo della vita di campagna descritto con sguardo divertito e indulgente; i progressi di una investigatrice davvero improvvisata ma molto umana e reale, progressi che possiamo facilmente seguire anche noi, e piste che si rivelano vicoli ciechi, ma che in fondo andavano esplorati; una simpatica galleria di personaggi secondari, nessuno dei quali impeccabile perfetto.
 
Agatha non ha l'acume di Poirot, né lo spirito di osservazione la compostezza di Miss Marple, ma pur col suo caratteraccio e la sua impulsività, è simpatica. E alla fin fine, i suoi metodi si rivelano efficaci.

E poi, dopo aver letto questo romanzo, a me è venuta ina irresistibile voglia di preparare un quiche. Qualunque cosa sia.
 
Voto: 7

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