venerdì 4 dicembre 2009

Il mondo di Rhett...

...di Daniel Mc Caig.

Sono stata indecisa fino all'ultimo se scrivere una recensione oppure aprire un dibattito sul tema: perchè insisto nel farmi del male in questa maniera?
Vabbè, vada per la recensione, e per mostrare che sono senza pregiudizio alcuno sul libro in questione, aprirò con qualcosa di positivo.
Infatti, la buona notizia è che Il mondo di Rhett non sfiora nemmeno da lontano le inarrivabili vette di approssimazione, superficialità, banalità e incoerenza di Rossella della Ripley (la cui recensione potete trovare qui )
Non solo, ma a giudicare da come vanno le cose nel romanzo, McCaig fa addirittura finta che Rossella non sia mai esisto (che è precisamente la stessa cosa che faccio io, quindi non posso che essergliene grata).
La cattiva notizia è che molto probabilmente Daniel McCaig non ha mai letto Via col Vento in vita sua.
Capisco e comprendo che l'autore abbia diritto a un minimo di discrezionalità, anche quando scrive il seguito di un libro così famoso, ma qui le licenze che McCaig si è preso sono tali e di tale entità da far pensare che Il mondo di Rhett abbia, di Via col Vento, solo i nomi e le ambientazioni, e niente altro.

Volete degli esempi?
Tanto per iniziare, vi ricordate la ragazza del calessino, quella che Rhett rifiutò di sposare?
L'episodio fece nascere in Rossella il primo sentimento di ammirazione nei confronti di Rhett, perchè, Rossella, "in cuor suo, provava un senso di istintivo rispetto per quell'uomo che aveva rifiutato di sposare una sciocchina". Qui l'episodio è stravolto.
Rhett è sì accusato a causa di una ragazza, ma la giovane è incinta ed è la figlia del sorvegliante della sua famiglia. E indovinate di chi si tratta?
Di Bella Watling, la quale non ha ancora intrapreso la carriera per cui l'abbiamo conosciuta in Via col Vento.
Quel che rende ancora più fastidioso l'episodio poi, è una sottile incoerenza che lo permea: Rhett protesta la sua innocenza, e, benchè non abbia mai frequentato Bella, non viene creduto. Eppure egli è circondato almeno da un altro paio di amici non proprio con la testa sulle spalle, ma a nessuno viene in mente si sospettare di loro.
Perchè?
Perchè sì.

In VcV, quando Rhett viene invitato da Frank Kennedy ad accompagnarlo alla merenda alle Dodici Quercie, Kennedy lo fa con riluttanza, sapendo che sarebbe troppo scortese non estendere l'invito a Rhett, uomo che disprezza profondamente; eppure qui troviamo Kennedy che premurosamente chiede a Rhett di andare con lui, temendo che possa rifiutarsi perchè un frivolo divertimento di campagna non è adatto ad un uomo di mondo come lui, ed esultante quando lui accetta.
La scena in questione viene resa ancora più indigesta da un continuo cambio di punto di vista, che saltella dalla testa di Rhett a quella di Kennedy senza una ragione apparente.

E Rhett, il cinico, befferdo Rhett, di fronte allo spettacolo della gioventù sudista che si prepara alla guerra durante la festa è così profondamente disperato che "si sarebbe messo a piangere".

Ancora, Melania viene sepolta alle Dodici Querce. Ashley, dopo la sua morte, va a vivere lì per starle vicino. Peccato che la tenuta è stata sequestrata in Via col Vento dal governo yankee, come tutte le tenute che non potevano pagare le tasse.

Ad un certo punto, l'autore riesce perfino a sbagliare il nome di uno dei fratelli Tarleton, chiamandolo Tom anzichè Tony.

Il vero problema è, però, che anche a voler dimenticare per un istante il paragone fra il capolavoro originale e Il mondo di Rhett, non si può comunque giudicare il secondo un buon romanzo.
Infatti, se da un lato mi hanno infastidito le continue incongruenze tra la trama di Il mondo di Rhett e quella di Via col Vento, dall'altro non ho potuto fare a meno di notare che la trama è spezzettata, manca di organicità,  ed è a tratti molto noiosa. Si salta di continuo alle vicende ora di uno, ora di un altro parente/amico/conoscente di Rhett; la psicologia dei personaggi è approssimativa, l'ambientazione storica non sempre coerente e il finale è un capolavoro di  frettolosa approssimazione.

I personaggi principali ne escono quasi massacrati e stravolti nella loro impostazione psicologica.
E anche quelli secondari, se è per questo; vedere l'amorevole madre di Rhett parlare tranquillamente della bellezza del prato dove si svolge un duello in cui suo figlio rischia la vita è stato sinceramente scioccante, così come vedere due distinte signore del Sud parlare di gravidanze indesiderate e di figli illegittimi tra di loro con estrema naturalezza...e per di più davanti a due bambine di 7 anni.
E per carità di patria taccio su Belle - una prostituta - invitata ai festeggiamenti natalizi della famiglia Butler.
A parer mio, non ha alcun senso prendere dei personaggi creati da alcun altro e distorcere loro e le loro vicende per piegarli alle proprie esigenze narrative, a maggior ragione se queste distorsioni li snaturano e li fanno uscire dal proprio contesto storico e sociale; ma è proprio quello che fa McCaig.

Innanzitutto prendiamo Rhett.
Sarebbe stato interessante leggere di come è diventato come lo conosciamo. Ma in realtà ci troviamo già di fronte al fatto compiuto.
In una conversazione tra padre e figlio, che si svolge durante un flashback che racconta di Rhett bambino, il padre lo definisce un rinnegato. Ma perchè? Perchè il ragazzino è così?
Perchè sì. O meglio, per citare le parole di Rhett, "perchè sono un ribelle".
Ah, ecco. Rhett è un ribelle perchè è un ribelle. Adesso sì che ne sappiamo molto di più su di lui!
Ci sono accenni alla rigidità del padre, che Rhett mal sopporta, ma il tutto è molto vago, e più raccontato a parole che mostrato con le azioni del personaggio.
Nel prosieguo poi è anche peggio.
Vediamo Rhett che quasi non riesce a trattenere le lacrime di fronte ai giovani che alle Dodici Quercie inneggiano alla guerra. E questa storia delle lacrime trattenute a stento si ripete nel corso del romanzo. Insomma, voi ce lo vedete Rhett sempre sul punto di piangere? Io proprio no.
Il romanzo sarebbe stato una buona occasione anche per svelarci cosa accadde davvero a Charleston nell'infanzia e nella giovinezza di Rhett, perchè fu espulso da West Point e come sopravisse dopo la messa al bando della famiglia e della buona società; invece quando Rhett lascia Charleston, dobbiamo accontentarci di accenni vaghi e indistinti alle vicende che lo riguardano. Eppure sarebbero stato interessante leggere delle avventure di Rhett giocatore, contrabbandiere e fuorilegge. Soprattutto sarebbe stato un terreno meno pericoloso su cui avventurarsi, ma McCaig sceglie deliberatamente di ignorarlo.
La storia infatti non "segue" mai Rhett nelle avventure da lui vissute, e quello che ci viene raccontato mentre è via sono vicende tutt'altro che entusiasmanti o appassionanti, che riguardano personaggi tutto sommato secondari, di cui a me importava poco o niente, a parte forse la sorella di Rhett, Rosemary, la cui storia però mal si raccorda -tanto per cambiare - con quel poco che di lei sappiamo da VcV.

Quando Rhett non è in scena, ampi capitoli vengono dedicati a  Belle Watling, la quale, caduta in digrazia per essere rimasta incinta, vive di elemosina a New Orleans.
Lì Rhett la incontra dopo anni e decide di aiutarla...e come? Ma naturalmente avviandola sulla strada della prostituzione. Quando si dice avere un amico...
Bella è un personaggio insulso in questo romanzo: fa la maglia mentre aspetta il ritorno di Rhett, si mette in testa di diventare rispettabile e si fa aiutare da Melania che la porta in giro tra sarti e parrucchieri per migliorare la sua immagine.
Ora, tralasciando per un momento il fatto che in VcV non si accenna mai al desiderio di Belle di smettere con la sua attività, non ci sarebbe nulla di male nell'idea che Belle, innamorata di Rhett, tenti di cambiare vita; ma è logicamente possibile che la prostituta più famosa di Atlanta possa farlo semplicemente cambiando vestito e pettinatura? Restando nella medesima città dove la conoscono tutti (anche le signore, che morirebbero piuttosto che ammettere di sapere chi è lei, ma la conoscono benissimo)?

La furia revisionista di McCaig non risparmia neanche Melania, la quale, in una lettera a Rosemary, non solo parla tranquillamente di sesso, ma confessa di sapere che Ashely ama, ricambiato, Rossella, e che soltanto la sua vigilanza costante ha evitato il consumarsi del tradimento.
Il che distrugge completamente Melania come la Mitchell l'ha creata. Non stupida - come cinicamente afferma Rossella ad un certo punto - ma buona - come le fa notare Rhett - perchè incapace di concepire il male in coloro che ama.
Povera Melania. Almeno muore prima di vedere Ashely che si trasforma in un giardiniere, (sì, dopo la morte di Melania Ashely va a curare le rose alle Dodici Quercie...) e che parcheggia il figlio a Tara, disinteressandosi di lui.

Ma la cosa peggiore, il "peccato" che non potrò mai perdonare a McCaig, è il finale.
Innanzitutto, è un finale sciocco. SPOILER! Selezionare col mouse per leggere.
Il padre di Belle Watling vuole vendicarsi di Rhett, che continua a ritenere responsabile della gravidanza della figlia (nonostante, prima di morire, il vero padre del figlio di Belle lo abbia riconosciuto). Una volta morta la madre di Rhett, che Watling stimava, l'uomo sente di aver campo libero contro Rhett; ma anzichè agire subito, decide di aspettare che Rhett lasci il paese in seguito alla rottura definitiva con Rossella. Allora imbastisce, con l'aiuto di Archie, l'ex galeotto che Melania ospitava, un complicato e lungo piano di attentati - furti, incendi, intimidazioni - a Tara sperando che Rossella richiami Rhett in patria.  Cosa che puntualmente avviene.
E allora, invece che piantare una pallottola in testa a Rhett,Watling incendia Tara e poi tenta di piantare una pallottola in testa a Rhett. Ma nella concitazione del momento, uccide Belle, che era ospite a Tara - vi prego, non fate domande - e nel frattempo nessuno pensa di spegnere l'incendio. Tara viene distrutta e Rossella liquida la cosa con un'alzata di spalle (forse, dice,  ricostruirò Tara, forse no, ecco il peccato che non potrò mai perdonare) perchè Rhett la ama.
A proposito, ma perchè Rhett ha cambiato idea e ha scoperto, a distanza di pochi mesi dalla traumatica separazione, di amare ancora Rossella?
Perchè sì. E non fate domande.
FINE SPOILER.
Ed oltretutto, è un finale incoerente e frettoloso, un infantile contentino e non la chiusura di un solido arco narrativo, che risponde alla domanda che a tutti noi preme (ovvero: Rhett e Rossella torneranno insieme?), ma senza una adeguata e solida motivazione, e pertanto, non può che lasciare con l'amaro in bocca.

7 commenti:

  1. Lisse, il libro sarà una "ciofeca" ma il tuo racconto mi ha fatto skiantare dal ridere! Scrivilo tu il seguito di Via col Vento!!!!!Baci

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  2. no, non mi permetterei mai!
    Anche perchè nell'intimo sono convinta che Rhett e Rossella non torneranno mai insieme! Si sono fatti troppo male...e dunque preferisco aggrapparmi a quel "domani è un altro giorno".
    Comunque il prossimo (eventuale) seguito autorizzato non lo leggo! Anche il masochismo letterario ha un limite!:))

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Se Margaret Mitchell avesse voluto dare un seguito al romanzo di "Via col vento" l'avrebbe scritto da se. Invece per anni si è rifiutata di ripercorrere la storia di Rossella perchè ha ritenuto giusto che ogni lettore desse al romanzo il proprio finale. Quindi la smettessero di scrivere e riscrivere romanzi che lasciano l'amaro in bocca, che per un attimo ci fanno palpitare il cuore all'idea di scoprire cosa accadrà dopo quel "Domani è un altro giorno" e l'attimo dopo ci fanno venire voglia di denunciare l'autore per averci deluso tanto!
    Via col vento ha una sola storia, una sola scrittrice, una sola evoluzione letteraria che si apre e si chiude con la penna della Mitchell!

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  5. Forse mancano idee nuove, per questo si tende ad ispirarsi ai grandi capolavori.

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  6. Tony è un Fontaine, non un Tarleton. I quattro Tarleton erano Stuart, Brent, Tom e Boyd :) Almeno questo l'autore l'ha azzeccato. Io sto rileggendo VcV e tra poco inizierò Il mondo di Rhett, che mi hanno regalato...ma la tua recensione mi ha fatto venire i brividi. Perchè studiare, informarsi, fare ricerche, stendere un romanzo che dovrebbe essere un degno seguito di un capolavoro(autorizzato dagli eredi addirittura)e invece non fa altro che offenderlo? Se M.M. avesse voluto dare un seguito al romanzo lo avrebbe fatto lei stessa! Sarò stupida ma un seguito scritto da un autore diverso per me non è un seguito. E' come se io, ragazza di 21 anni, o la mia vicina di casa settantenne ci mettessimo a scrivere la versione dei fatti che avremmo scelto come proseguimento della storia. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che non solo l'autore ha scritto un seguito inadatto al grande capolavoro (questo sarebbe il meno..ho letto Rossella della Ripley e l'ho giudicato 'accettabile' - rinforzando comunque la mia opinione contro i seguiti scritti da autori diversi) ma ha scritto un romanzo PARALLELO al capolavoro, STRAVOLGENDOLO con le sue contraddizioni! Complimenti agli eredi. Mi chiedo se anche loro come l'autore non hanno mai letto VcV, perchè per approvare una cosa del genere di fegato ce ne vuole. E anche tanto.

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  7. Ciao, essendo una estimatrice di "Via col vento" e, in contemporanea, una scrittrice, ho deciso di dare vita al sogno che ho da anni: scrivere il "mio" prosieguo della vicenda. "Rossella", della Ripley, l'ho trovato non di mio gusto, "Il mondo di Rhett" non mi ha attirato. Capisco tutti i vostri punti di vista ma dovete capire anche quello che solletica noi scrittori, ovvero riscrivere un finale che non ci è piaciuto, oppure far rivivere dei personaggi che ci son particolarmente piaciuti. Se poi sarà bello o brutto, lo saprò alla fine. Ma per ora rincorro il mio sogno, poi vedremo. Ciao a tutti!

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