venerdì 8 febbraio 2008

Crypto...

...di Dan Brown.

La lettura di questo libro suscita, fin dalle prime pagine, molte domande.

Una su tutte: ma perchè la protagonista di questo spy-techno-thriller (chiamamolo così) deve essere una super bella con le gambe più lunghe che si siano mai viste (e chiamate le famose gambe di Susan Fletcher dai suoi colleghi )? Una che quando passa perfino le super addestrate guardie della segretissima Agenzia Governativa per cui lavora si girano a guardarla e a sbavarle dietro? Perchè deve per forza avere un fisico da top model (definizione dell'autore) e un quoziente intellettivo di 170? Non sarà un po' troppo da sopportare, per noi miseri mortali?
E non è finita!
E già, perchè mentre leggevo pensavo, vabbè, avrà pure il fisico di Naomi Campbell e il cervello di Einstein, ma sarà sicuramente sfigata in amore. Nei libri funziona così. Più sono belle, più gli uomini le fanno soffrire.
E invece no.
Il suo fidanzato nonchè promesso sposo (quindi è pure uno che non ha paura di impegnarsi!!) è un professore universitario. Sarà uno di quegli intellettuali calvi e leggermente tarchiati, perso nel suo amore per i libri? Indovinate un po'?
No!!
E' un 35enne alto più di un metro e ottanta, il più giovane professore che si sia mai visto, campione di squash, fisico atletico, occhi verdissimi, e non è nemmeno calvo! Ha folti capelli neri, e uno smisurato senso del romanticismo.
Insomma, una coppia costruita apposta per suscitare l'istintiva antipatia del lettore.
(L'unica nota positiva è che la protagonista ha 38 anni...per lo meno non si è laureata quando era ancora alle elementari...distruggendo quello che rimaneva della nostra autostima.)

Tralasciando queste considerazioni di carattere generale e del tutto personali, passiamo ad esaminare i punti salienti del romanzo.
La storia ruota attorno ad un sofisticatissimo, segretissimo ed avveniristico computer da 3 milioni di microprocessori, in grado di decodificare qualsiasi codice segreto, ed usato dalla National Security Agency per leggere ed eventualmente decodificare ogni comunicazione che viaggia attraverso la rete, alla ricerca di terroristi, spacciatori, spie e altre amenità del genere. Per garantire la sicurezza della Nazione, la NSA "ficca il naso" in ogni comunicazione digitale, anche in quelle di privati cittadini, anche se non gradisce che la cosa si sappia in giro.
(Il soggetto è un filino inquietante, non trovate?)
Un brutto giorno questo computer trova pane per i suoi denti: un sistema di crittografia impossibile da decifrare, che il suo autore, ex dipendente dell'Agenzia, minaccia - per protesta contro le molteplici violazioni della privacy commesse dalla NSA - di diffondere gratuitamente in rete, mandando così per sempre a monte i piani dell'Agenzia. Infatti, se questo sistema inviolabile di codificazione delle comunicazione - chiamato Fortezza Digitale - diventasse di dominio pubblico, la NSA che non potrebbe più decifrare alcunchè.
Quando il creatore di Fortezza Digitale viene misteriosamente ucciso, per Susan Fletcher e la NSA comincia una corsa contro il tempo, alla ricerca del codice che possa bloccare il programma ed evitare così che accada l'irreparabile.

Non essendo una grande esperta di questioni tecnico-informatiche, ho fatto un po' di fatica a non perdere il filo quando veniva narrato il sistema di funzionamento del super-computer, degli algoritmi, dei file crittografati e di Fortezza Digitale; non mi pronuncio pertanto sulla verosimiglianza e plausibilità delle spiegazioni tecniche.

Avrei invece qualcosa da dire sulla verosimiglianza e plausibilità dei personaggi e delle loro reazioni in situazioni di emergenza in cui si trovano.
Tanto per cominciare, la prima cosa che la NSA fa per fronteggiare la crisi, è mandare un innocuo professore di lingue (il fidanzato di Susan) a Siviglia a recuperare la pass-key che permette di neutralizzare Fortezza Digitale. Decisione quanto meno "insolita", sebbene alla fine ne venga in qualche modo chiarito il perchè. Quel che non viene chiarito è come ma nessuno si meravigli di questa decisione, nessuno la trovi strana, nonostante essa appaia, fino alla rivelazione finale, una incongruenza. Forse i personaggi erano tranquilli perchè avevano sbirciato le pagine finali del manoscritto?
Se la spiegazione è questa, allora bisogna concludere che hanno letto solo la fine, e non il resto del romanzo. Infatti i protagonisti, che sono tutti (tranne l'innocuo professore di lingue) membri altamente specializzati di una Agenzia Governativa che si occupa di sicurezza nazionale, tendono a restare un po' indietro, faticano a reagire prontamente e ad afferrare le conseguenze degli eventi.
Questo naturalmente per creare suspence ed evitare che le situazioni pericolose vengano risolte in un tempo troppo breve, ma a volte l'espediente è francamente eccessivo e ci fa dubitare dell'intelligenza dei personaggi.

Possibile, ad esempio, che un dipartimento chiave della famosa super-agenzia di sicurezza, che custodisce una banca dati coi segreti militari degli Stati Uniti, rimanga al buio per un black out per un tempo indefinito senza che nessuno dei dirigenti che osservano, da un palazzo adiacente, il fenomeno, decida di intervenire?
Possibile che quando una dei suddetti dirigenti, segnala un'anomalia nel flusso di dati provenienti dal super computer di cui parlavamo all'inzio, il responsibile della sicurezza liquidi la faccenda con un "ti sbagli"?
(inutile che vi dica che non sbagliava affatto, eh?)
Certo, il black out, i ritardi nei controlli aumentano il pericolo e la suspence, ma le situazioni risultano poco credibili. Non dimentichaimoci il contesto: una agenzia segreta che si occupa di sicurezza nazionale. Forse (e dico forse!!) una leggerezza nei controlli può anche starci, ma non certo una intera serie!

Lascia qualche dubbio anche la descrizione delle scene d'azione (inseguimenti, sparatorie, fughe), che dovrebbero essere quelle più adrenaliniche del romanzo.

Ad esempio, viene da chiedersi perchè (lo avevo detto che la lettura del romanzo suscita molte, molte domande) all'aereoporto di Siviglia, nessuno si accorge che un tizio alla guida di un taxi insegue una Vespa, sparandogli addosso, su una delle piste di atterraggio.
(mmm...un aereoporto sicuro, eh?)

Oppure perchè, alla prime luci dell'alba, nessuno senta i colpi d'arma da fuoco nei vicoli deserti di Siviglia, e dopo pochi minuti, la città si riempia improvvisamente di una fiumana di persone diretta alla funzione religiosa mattutina.
E a proposito di Siviglia, viene da chiedersi anche che idea abbia Dan Brown della Spagna, e come sia giunto a farsela.
L'autore descrive ospedali fatiscenti, polizia inefficiente e corrotta, servizi pubblici inesistenti, come se tutto ciò fosse la norma...nemmeno si trovasse in un paese del terzo Mondo dilaniato da qualche guerra civile!
Addirittura arriva a dire che in un paese più progredito in campo medico non si muore per un foro di proiettile nel polmone...ma in Spagna sì.
(eeeehh ?!?)
Più e più volte leggiamo commenti spregiativi del tipo "doveva ricordarsi che quella non era l'America, ma la Spagna."
Un punto di vista quanto meno singolare, il suo.
Ma torniamo alla trama del romanzo.
La ricerca del colpo di scena a tutti i costi la rende a tratti un po' tortuosa, piena di infinite e brusche svolte, a volte un po' forzate.
Il tema del bilanciamento tra esigenze di sicurezza nazionale e diritto alla segretezza della comunicazione e alla privacy è potenzialmente molto interessante, peccato che non venga sviluppato a sufficienza, ma rimanga sullo sfondo.
Peccato anche che la clamorosa protesta del creatore di Fortezza Digitale non faccia riflettere sul tema nemmeno per un momento Susan Fletcher e i suoi colleghi.
La loro personalità e credibilità ne avrebbe guadagnato.
Contrariamente a quanto mi apsettavo, la conclusione è la parte migliore del romanzo. I colpi di scena finali (magari un po' telefonati, questo sì) riacquistano un certo filo logico e razionale. per arrivare al termine dell'avventura, i protagonisti devono recuperare la loro lucidità e razionalità, e le ultime pagine ne risentono in senso positivo.
In conclusione, il romanzo a conti fatti non è male; i punti da me evidenziati non sono veri e propri buchi nella continuità del romanzo. Certo, non aiutano a farne un libro memorabile.
Crypto è una lettura leggera, da affrontare senza eccessive pretese, specialmente se si è appassionati del genere.

2 commenti:

  1. Quanto mi piace il modo in cui scrivi, sei troppo brava!!!! :) La tua recensione mi ha appassionato!

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  2. mi hai convinto.... non lo leggerò! già gli ultimi libri di Dan Brown mi avevano convinto che stesse "vivendo un po' troppo di rendita" grazie al successo del" codice da Vinci" .... è ammirevole la sua fantasia.. ma ragazzi, quando è troppo è troppo!!!

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