venerdì 27 settembre 2019

Dodici rose a Settembre...

... di Maurizio de Giovanni.

«Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre ammazzerà mia madre».
Gelsomina Settembre detta Mina, assistente sociale di un consultorio sottofinanziato nei Quartieri Spagnoli di Napoli, è costretta a occuparsi di casi senza giustizia.
La affiancano alcuni tipi caratteristici con cui forma un improvvisato, e un po’ buffo, gruppo di intervento in ambienti dominati da regole diverse dall’ordine ufficiale. Domenico Gammardella «chiamami Mimmo», bello come Robert Redford, con un fascino del tutto involontario e una buona volontà spesso frustrata; «Rudy» Trapanese, il portiere dello stabile che si sente irresistibile e quando parla sembra rivolgersi con lo sguardo solo alle belle forme di Mina; e, più di lato, il magistrato De Carolis, antipatico presuntuoso ma quello che alla fine prova a conciliare le leggi con la giustizia.
Vengono trascinati in due corse contro il tempo più o meno parallele. Ma di una sola di esse sono consapevoli. Mentre Mina, a cui non mancano i problemi personali, si dedica a una rischiosa avventura per salvare due vite, un vendicatore, che segue uno schema incomprensibile, stringe intorno a lei una spirale di sangue. La causa è qualcosa di sepolto nel passato remoto.
Il magistrato De Carolis deve capire tutto prima che arrivi l’ultima delle dodici rose rosse che, un giorno dopo l’altro, uno sconosciuto invia.
Mina Settembre e gli altri sono figure che Maurizio de Giovanni ha già messo alla prova in un paio di racconti. In Dodici rose a Settembre compaiono per la prima volta in un romanzo. Sono maschere farsesche sullo sfondo chiassoso di una città amara e stanca di tragedie. Un mondo di fatica del vivere che de Giovanni riesce a far immaginare, oltre all’intreccio delle storie, già solo con il linguaggio parlato dai vari personaggi di ogni strato sociale: ironico, idiomatico, paradossale, immaginoso. (sinossi tratta dal sito della casa editrice Sellerio)

Maurizio de Giovanni torna in libreria con un nuovo personaggio, che aveva fatto la sua comparsa in un paio di racconti editi dalla Sellerio. La protagonista di questo nuovo giallo è Mina Settembre, assistente sociale per vocazione, e pin up suo malgrado. La sua fisicità dirompente le causa più di qualche problema sul lavoro e nella vita privata, resa quest'ultima ancora più complicata da una madre che definire arpia sarebbe un complimento.

Il romanzo è molto diverso da quello a cui de Giovanni ci ha abituati; siamo sempre nell'ambito del giallo ma l'atmosfera è decisamente più allegra e più serena. Ad allegerire il clima pensa, suo malgrado, Mina, che a 40 anni vive ancora nella sua vecchia cameretta con i poster alle pareti, con la madre invalida e insopportabile. 
L'autore ha scelto, specialmente nei primi capitoli, di calcare molto la mano sul lato comico dei Due Grandi Problemi nella vita della protagonista: un seno un po' troppo ingombrante, che le rende difficili i rapporti con l'altro sesso, e una madre acida e rompiscatole fino all'eccesso.
Devo dire che inizialmente il rimarcare la fisicità di Mina mi ha infastidito; trovavo che la cosa fosse un po' troppo insistita per risultare divertente. Ma si è trattato, almeno per me, di un problema passeggero, perchè dopo le prime pagine, da un lato, le descrizioni del decollete di Mina diminuiscono in numero e frequenza, e dall'altro ero entrata perfettamente in sintonia con l'ambientazione della storia.

Mina fa un lavoro difficile, in un tessuto sociale complicato, se non apertamente ostile; la scelta di Maurizio de Giovanni di affrontare questi argomenti con ironia e leggerezza è azzeccata. Ho apprezzato il fatto che "trattare con leggerezza" non significhi, in questo romanzo, banalizzare o dileggiare; infatti, quando entra in scena la piccola Flor, il registro narrativo sa essere diverso, e nella spasmodica ricerca di una soluzione al suo terribile problema anche la figura del portinaio Rudy acquista serietà e profondità che ne fa un comprimario di tutto rispetto, e non una semplice spalla comica, o peggio, una macchietta.

Intanto, mentre Mina si occupa di Flor, la parte più propriamente gialla e noir del romanzo si sviluppa all'insaputa della stessa protagonista. Qualcuno trama nascosto nelle ombre del passato, senza che Mina sappia di essere in pericolo. Questo approccio diverso alla trama investigativa mi è piaciuto molto. L'ho trovato originale ed interessante.

Ecco perchè amo de Giovanni qualunque cosa decida di scrivere: perchè sa scrivere, fa scelte stilistiche e narrative consapevoli, ed padrone delle storie che racconta. 

Voto: 7 e 1/2

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