venerdì 28 aprile 2017

L'amore addosso...

...di Sara Rattaro.

La scheda del libro sul sito Sperling & Kupfer

Giulia arriva in ospedale insieme ad un uomo che ha appena avuto un'emorragia cerebrale; a tutti racconta di averlo soccorso per caso, mentre camminava sulla spiaggia. In realtà lui è il suo amante.
Mentre cerca di ottenere sue notizie senza destare sospetti, Giulia scopre che suo marito è ricoverato in seguito ad un incidente stradale nel medesimo ospedale, e scopre altresì che anche lui non era solo in quel momento... 
 
Questo libro narra la storia di Giulia, che un bizzarro quanto crudele scherzo del destino mette di fronte ai fatti nudi e crudi della sua vita. O meglio, delle sue vite: perché Giulia da un lato ha, apparentemente, un matrimonio perfetto, con un uomo perfetto, una famiglia amorevole e una carriera interessante; dall'altro ha un'amante che è l'unica cosa che la fa sentire davvero viva e che lei ama più di se stessa. I due uomini della sua vita si ritrovano entrambi in ospedale. Questo fatto porterà Giulia a raccontarci attraverso flashback, la sua vita, che è segnata da un evento doloroso del passato, del cui ricordo Giulia non riesce a liberarsi; e dalla presenza di una madre, all'apparenza amorevole e altruista, ma in realtà oppressiva e maniaca del controllo.

Primo libro che leggo di questa autrice, e devo confessare che non si tratta proprio del mio genere. Come ho avuto modo di dire spesso, preferisco le storie più movimentate, e meno intimiste.
Però devo dire che c'è stato qualcosa in questo romanzo che mi ha comunque catturata e ha evitato che mi annoiassi. Andiamo a vedere cosa.
 
Innanzitutto, lo stile della Rattaro. Semplice, fluido, pulito senza essere sciatto e banale. Le frasi scorrono piacevolmente e anche quando si parla di temi delicati, la costruzione delle frase non è involuta, come ho potuto invece riscontrare molto spesso in libri dello stesse genere letterario, che, al contrario di questo, avevano la pretesa di spacciare Verità Assolute™ ad ogni rigo (che poi magari sarà anche stato vero che si trattava di punti fermi nell'universo, ma questi punti fermi non li capiva nessuno tanto era contorta l'espressione del pensiero).
 
Poi la storia. La trama c'è, esiste, e non è solo una scusa per permettere all'autrice di dispensare perle di saggezza assortite. Qui invece l'autrice vuole raccontarci una storia, una storia molto intima e personale. E per di più si tratta di una bella storia, anche se dolorosa, in cui l'autrice ha saputo dosare i momenti intimisti con quelli più funzionali alla trama (ci sono un paio di "colpi di scena" che mi sono piaciuti molto).
La narrazione è fluida e suona naturale. Il rischio di apparire artificiosi quando si sceglie questo tipo di romanzo esiste sempre; ma non è questo il caso.
Mi sono piaciuti i flashback che saltavano da un periodo all'altro della vita di Giulia, seguendo appunto il filo dei suoi pensieri, in maniera molto spontanea.
 
E infine i personaggi: misurati, costruiti bene, filtrati attraverso lo sguardo di Giulia senza mai essere bidimensionali.
I personaggi sono il fulcro di questa storia. Sara Rattaro è riuscita nella difficile impresa di raccontarci la loro vita emotiva ripercorrendo le loro vicende personali senza autocompiacimento o autocommiserazione.
Il libro, raccontato in prima persona da Giulia, è una sorta di lucida analisi della protagonista, che non risparmia chi le sta intorno.
In primo luogo sua madre, figura che domina le vite di chiunque gli capiti a tiro, inflessibile, fredda, troppo presa dalla costruzione della sua vita perfetta per accorgersi delle macerie emotive che ha lasciato dietro di sé. Poi abbiamo un padre assente, che nonostante rimanga sullo sfondo riesce ad essere vero tanto quanto gli altri personaggi, con i suoi silenzi e le sue omissioni; Irene, sorella di Giulia, perfettamente in sincrono con sua madre, mai complice e sostegno della sorella che soffre (per dirne una, mentre il marito di Giulia è in ospedale in seguito ad un incidente stradale, Irene rivela senza tatto che c'era una ragazza insieme a lui in macchina, e poi passa tranquillamente a lagnarsi del fatto che la sorella non abbia ancora visto il suo vestito da sposa).
C'è Emanuele, marito perfetto e uomo amorevole, ma sinceramente incompreso e trascurato da Giulia; e poi chiude il quadro Federico, l'amante, che appare l'uomo perfetto ma in realtà non lo è affatto.

L'unico appunto che mi sento di fare, è per il finale. Se l'intero romanzo è costruito con cura e con pazienza nel collocare al proprio posto ogni pensiero, ogni azione e ogni conseguenza, il finale giunge troppo in fretta e troppo facilmente. La "riparazione" all'evento traumatico che segna Giulia da sempre salta fuori con una semplicità disarmante, e una serie di coincidenze un po' troppo tirate per i capelli.

Insomma, un bel libro, veramente ben scritto, che si è fatto apprezzare anche da chi, come me, non ama questo genere di storie.

Voto: 7 e 1/2
 

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