lunedì 7 febbraio 2011

La biblioteca dei morti...

...di Glenn  Cooper.

Questo romanzo comincia nel dicembre 782 in un'abbazia sull'isola di Vectis (Inghilterra), quando il piccolo Octavus, accolto dai monaci per pietà, prende una pergamena e inizia a scrivere un'interminabile serie di nomi affiancati da numeri.
Questo romanzo comincia il 12 febbraio 1947, a Londra, quando Winston Churchill prende una decisione che peserà sulla sua conscienza sino alla fine dei suoi giorni.[...]
Questo romanzo comincia il 21 maggio 2009, a New York, quando il giovane banchiere David Swisher riceve una cartolina su cui ci sono una bara e la data di quel giorno. Poco dopo, muore.

Apro la recensione citando il risvolto di copertina perchè credo sia un buon modo di introdurre questo romanzo senza svelare troppo della trama. Infatti ho deciso di scrivere questo post tentando di parlare del libro senza rivelare particolari fondamentali della storia: La biblioteca dei morti si regge su di un'unica, splendida, affascinante idea, e se ve la rivelo, è finita.

Andiamo con ordine. Nel romanzo ci sono effettivamente tre linee temporali, all'apparenza separate tra di loro. Questo comporta qualche difficoltà, da principio, nella lettura del romanzo. Insomma, non è facilissimo saltare dal medioevo, al dopoguerra, fino ai giorni nostri tentando di non perdere il filo e di capire cosa abbiano in comune un'abbazia medievale, un intervento dei servizi segreti inglesi e un'idagine del FBI per la cattura di un serial killer.

Il romanzo si apre ai giorni nostri, con il primo omicidio del serial killer.
E qui devo segnalare una cosa che mi ha dato un po' fastidio: Glenn Cooper ha imbrogliato.
Mi spiego.
Ho già accennato al fatto che le vittime sel serial killer ricevono una cartolina con disegnata sopra una bara e la data della loro morte. Quando viene commesso il primo omicidio, la vittima chiede al suo carnefice se ha spedito lui la cartolina.
La risposta è: e gli sembrò che il ragazzo rispondesse "sì, lo spedita io, figlio di p******"
Il punto è che alla fine si scoprirà che la cartolina non l'ha spedita il ragazzo in questione. Ok, c'è quel sembrò che è un tantinello ambiguo, e capisco che l'autore deve anche poter sviare il lettore; ma seminare falsi indizi che mi portino fuori strada è un conto, affermare cose che non sono vere ne è un altro. Ed è sleale. Non vale tenere alta la suspence ricorrendo alle bugie.
Forse il punto è che questa linea narrativa è la più debole, e si sarebbe potuta eliminare senza fare un gran torto al romanzo.
Il serial killer che annuncia in anticipo i suoi delitti: sai che novità! Aggiungeteci l'agente FBI alcolizzato, insofferente alle regole, ma in fondo onesto, che si innamora di default della sua bella collega precisina fresca d'accademia, e avrete un quadro della situazione.
Apriamo una parentesi: ma la storia d'amore in un romanzo che tratta di altri argomenti è obbligatoria? La inseriscono gli editori come clausola obbligatoria nei contratti che fanno firmare agli scrittori, o cosa? Oppure è una legge immutabile dell'universo, cui nessuno può sfuggire? Qualcosa del tipo legge matematica?
Dati due personaggi in un qualsivoglia romanzo, di sesso opposto e che respirino entrambi, essi finiranno con l'innamorarsi in punto compreso fra pagina 50 e la pagina che rappresenta i due terzi del romanzo.
Signori scrittori, ebbasta! Davvero, non se ne può più di 'ste storie d'amore inserite random nei romanzi!
Io non ho nulla contro l'amore, intendiamoci, ma per innamorarsi i personaggi devo essere motivati, ci deve essere qualcosa che li spinge l'uno nelle braccia dell'altro...e poi perchè una volta tanto, due esseri umani di sesso opposto, dopo averne passate di tutti i colori, non possono scoprirsi profondamente e fraternamente amici?
Ok, chiudiamo la parentesi e andiamo avanti.
Dicevo che linea temporale ambientata ai giorni nostri in fin dei conti è piuttosto banalotta e superflua; questo perchè il mistero che sta alla base del romanzo si intuisce, tutto sommato, a circa metà libro,  ma mentre le altre due linee temporali conservano fascino e continuano ad essere avvincenti, la terza, una volta svelato il segreto che sta alla base delle azioni del supposto serial killer, è piuttosto piatta e senza mordente. Una volta che sai 1. chi è il serial killer, 2. come fa a fare quello che fa, e 3. che nessuno è in pericolo, non è che resti poi molto a tenerti incollato alle pagine, no?
E poi, avrei qualche dubbio sul fatto che una volta scoperto il grosso segreto che sta alla base del romanzo, una persona normale si metta a fare truffe assicurative... mah! Non è che la cosa mi abbia convinta molto!

Molto più interessanti le altre due linee temporali, specialmente quella ambientata nell'abbazia di Vectis nel VII secolo dopo Cristo, che vale da sola il prezzo del romanzo. Come detto, ad un certo punto si intuisce il mistero che sta alla base di questa linea temporale e delle altre due, ma la voglia di sapere come la storia ambientata nel Medioevo si sviluppi non viene meno, anzi.

Lo stile è scorrevole e pulito, ed il romanzo si lascia leggere facilmente, a parte un iniziale smarrimento dovuto alle tre linee temporali. Ho notato anche la tendenza a raccontare eventi del passato a volte superflui, spezzando lo sviluppo della trama, ma niente che renda il libro illegibile.

Perciò, in conclusione, lo considero un bel romanzo d'evasione che merita la sufficienza, nonostante qualche difetto. Consiglio la lettura anche perchè sembra che ci siano degli sviluppi interessanti nei due romanzi che seguono questo (Il libro delle anime e La mappa del destino). Per ora sto leggendo Il libro delle anime; sarò più precisa quando lo avrò finito.

2 commenti:

  1. E' un libro che mi intriga... Anche con i suoi difetti! Prima o poi arriverò a lui. Ora sono alle prese con altro!

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  2. A me è piaciuto (con i suoi limiti) e Il libro delle anime illumina quelle parti rimaste oscure e le domande senza risposta. Adesso sto leggendo La mappa del destino, sempre di abbazie si tratta, ma qui Vectis non c'entra...

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