domenica 30 settembre 2018

Anna dei tetti verdi. Anna dai capelli rossi #1...

... di Lucy Maud Montgomery.

La scheda del libro sul sito della Gallucci Editore

Matthew e Marilla sono due anziani fratelli che vivono in Canada, nel piccolo villaggio di Avonlea. Un giorno decidono di adottare un orfano che li aiuti a mandare avanti la loro fattoria, ma per errore a casa loro giunge una ragazzina, invece del maschietto atteso. La ragazza, Anna, non è però una bambina come le altre: dotata di ingegno vivace e fantasia smisurata saprà conquistarsi un posto nel cuore dei due fratelli e degli abitanti di Avonlea.

Anna dai capelli rossi (conosciuto anche come Anna dei Tetti Verdi) è un romanzo molto bello, ed in un certo senso riposante. Mi rendo conto che riposante è uno strano aggettivo da usare per descrivere un libro, ma abbiate qualche rigo di pazienza e vi chiarirò meglio quello che intendo.

Anna è una ragazzina che praticamente non ha mai conosciuto i suoi genitori; sballottata da una famiglia all'altra, cresciuta senza amore e alla fine depositata in un orfanotrofio. Arriva per sbaglio ai Tetti Verdi, la fattoria di Marilla e Matthew, ma lì resterà perchè nel giro di una sola giornata saprà conquistarne il cuore. Questa conquista Anna la compie non con la tragicità della sua storia, ma con la vivacità  del suo ingegno e con la forza della sua immaginazione. Anna non suscita pietà o compassione, ma sentimenti di ammirazione e di amore.

Dicevo che questo romanzo è riposante perchè immergersi nelle vicende di Anna ha un effetto benefico e calmante sull'animo del lettore. La capacità di Anna di vedere il mondo con gli occhi della fantasia mostra anche a noi lettori la realtà sotto una nuova veste, ci fa riflettere su quanto, troppo spesso, trascuriamo i dettagli, la bellezza e le piccole gioie della vita. 
La storia di Anna ci impone una pausa, piacevole e sorprendente, dallo stress della routine quotidiana. 

Quello che più mi è piaciuto di questo romanzo è la sua incredibile modernità. Non dimentichiamoci che questa storia è stata pubblicata per la prima volta nel 1908, e ad oggi, dopo centodieci anni, ha ancora molte cose da dire.
Tanto per iniziare, Anna è un personaggio straordinario, che non si piega al conformismo e alla consuetudini della società, e che riesce ad essere se stessa senza polemiche, veleni e rancori, ma semplicemente imponendo la forza della sua intelligenza e della sua personalità. Nonostante la sua triste storia e la sua fame d'amore, Anna non cambia per compiacere nessuno. Le sue peculiarità sono fonte di pettegolezzo e riprovazione ad Avonlea, paesino tutto chiuso nel suo provincialissimo rispetto per le consuetudini, ma Anna non se ne cruccia, e non esce dal suo mondo per adeguarsi agli altri, ma anzi, riesce a mostrare la bellezza delle sue idee a chiunque incontri sulla sua strada. Questo personaggio femminile deciso, intelligente e che nonostante le avversità affronta la vita con gioia credo sia uno dei più belli della letteratura mondiale, e il fatto che provenga da un mondo così distante come è quello del secolo scorso non cessa di meravigliarmi e di riempirmi di ammirazione per la sua creatrice. 

Voto: 7 e 1/2

sabato 29 settembre 2018

Morte di una moglie perfetta. I casi di Hamish Macbeth...

... di M. C. Beaton.


Hamish Macbeth è un giovane poliziotto in un paesino delle Highlands scozzesi, Lochdubh. Innamorato della sua terra, all'apparenza pigro e indolente, Hamish è un poliziotto capace e dotato di grande intuito. Da sempre innamorato di Priscilla, si sente mancare il terreno sotto i piedi quando la giovane rientra dal suo soggiorno londinese in compagnia di un uomo che sembra essere il suo fidanzato. Le cose si complicano ulteriormente quando a Lochdubh si trasferisce Trixie Thomas, donna perfetta, moglie perfetta, cittadina modello, che dichiara guerra a tutte le cattive abitudini della vita di paese: fumo, alcool, cibi poco salutari. Dietro la facciata perfetta di Trixie e del suo matrimonio però, si nasconde qualcosa, e quando Trixie viene avvelenata, Hamish si mette alla ricerca del colpevole.

Come forse già saprete, M. C. Beaton è l'autrice, da me adorata, della serie gialla con protagonista Agatha Raisin e della serie ambientata in epoca Regency 67 Clarges Street
Con questo romanzo facciamo la conoscenza di un nuovo personaggio, Hamish Macbeth, indolente poliziotto delle Highlands scozzesi. Nonostante sembri pigro e non interessato quasi a nulla, Hamish sa benissimo come muoversi a Lochdubh, e sa benissimo come si indaga e come si risolve un crimine.
In questo romanzo si trova a dover indagare sulla morte di Trixie, donna perfetta, massaia efficiente e anche piccola imprenditrice. Purtroppo però, Trixie non era così benvoluta come sembrava in apparenza, e qualcuno decide di toglierla di mezzo. 

Una veduta delle Highlands scattata - da me - dal castello di Stirling
Vi è mai capitato che un libro vi sia piaciuto ma che, allo stesso tempo, vi vengano in mente un sacco di ragioni per cui a molti altri lettori potrebbe non piacere? Ecco, finita questa storia io mi sono ritrovata con questa stranissima sensazione, e dunque nella recensione che segue vi dirò perchè a me è piaciuto parecchio, ma anche perchè, secondo me, a voi potrebbe non piacere.

In primo luogo, io ho amato l'ambientazione. Le Highlands scozzesi... no, dico le Highlands!! Per me, che sono patita di tutto ciò che è scozzese, è stato splendido leggere un libro ambientato in quei luoghi, e lo è stato non solo per una mewra questione geografica, ma anche per il fatto che la trama è ben radicata in quel tipo di contesto, e non funzionerebbe in nessun altro. La vita del paesino, tradizionalista e un po' isolato, è ben descritta e mi ha fatto immergere in quella realtà che - ripeto - io amo tantissimo. Leggere questo libro è stato come aprire una finestra e guardare la vera Scozia, terra di miti, eroi e leggende, senza il velo di romanticismo di cui di solito si ammanta nei romanzi. Invece con Morte di una moglie perfetta siamo trasportati nel quotidiano, ed è stato un cambiamento che ho apprezzato.

Interessante anche la caratterizzazione di Hamish come uomo della Highlands. Hamish è perfettamente integrato nel posto dove vive, lo ama e non desidera vivere da nessuna altra parte, a costo di dover rinunciare a promozioni e avanzamenti di carriera. Ho amato questo personaggio legato visceralmente alle proprie radici, soddisfatto di ciò che è, felice di ciò che ha (forse perchè anche io, se vivessi nelle Highlands, non vorrei andare da nessuna altra parte).

Morte di una moglie perfetta è, inoltre, un libro piacevole e scorrevole, che si legge con facilità e che riserva qualche frecciatina alla società moderna, sebbene la vena ironica che ho imparato a conoscere e ad amare nella serie di Agatha Raisin qui sia meno evidente.

Per quel che riguarda la trama gialla, ho apprezzato la costruzione della storia e l'impianto narrativo, anche perchè, come detto, il tutto era ben inserito nel contesto sociale e geografico. Ma mi rendo conto (come ho detto nella premessa) che un lettore meno sensibile al fascino della Scozia potrebbe trovare l'indagine e soprattutto la sua conclusione un po' inconsistente. L'investigazione infatti non ha un ritmo serrato nè l'azione è particolarmente stringente.
È stato come se l'attenzione dell'autrice fosse concentrata su altro (personaggi minori, vita quotidiana del villaggio e vicende sentimentali e personali di Hamish), e l'indagine fosse soltanto uno degli elementi della trama, ma non il più importante.

Altra cosa da segnalare e che, questa sì, davvero non mi è piaciuta, è stato il fatto che questo libro, il primo tradotto in italiano, è in realtà il quarto della serie di Hamish Macbeth. Come in tutti i romanzi della Beaton, anche qui i personaggi hanno una loro storia personale complessa e in continua evoluzione. E cominciare a leggere la storia di Hamish dal quarto volume mi ha lasciato un senso di straniamento molto fastidioso. La mancanza dei primi tre volumi si sente, secondo me, e parecchio.
Io non so quale sia stata la ragione di questa scelta editoriale, ma sarebbe il caso, se proprio non fosse possibile pubblicare in italiano i primi tre volumi, di includere nei prossimi romanzi una prefazione che faccia il sunto delle vicende di Hamish raccontate nei romanzi precedenti.

In ogni caso, io ho amato questo romanzo dal ritmo tranquillo, ambientato in uno dei posti più belli del mondo, che me ne ha fatto respirare l'aria, insieme a quel pizzico di mistero che rende i piccoli villaggi letterari irresistibili ai miei occhi. Tornerò sicuramente a Lochdubh!

Voto: 7

giovedì 20 settembre 2018

Fidanzati dell'inverno. L'attraversaspecchi #1...

... di Christelle Dabos.

La scheda del libro sul sito della Edizioni E/O

Il mondo è andato in pezzi in seguito alla Lacerazione. La razza umana vive sui frammenti galleggianti della Terra, in città stato chiamate "arche". La giovane Ofelia vive su Anima, l'arca dove gli oggetti hanno un'anima e una personalità. Curatrice di un museo, Ofelia ha il potere di leggere gli oggetti (coglierne le impressioni lasciate da chi li ha toccati) e l'abilità, alquanto inconsueta, di usare questo suo talento per attraversare gli specchi. Timida, miope e maldestra, la ragazza trascorre una vita tranquilla finchè le autorità di Anima non decidono di darla in sposo a Thorn, della potente famiglia Draghi dell'arca Polo, dove la famiglie sono sempre in lotta tra loro e gli intrighi e i complotti sembrano essere uno sport nazionale. Quando giunge su Polo, Ofelia si rende conto che la situazione è anche peggiore di come se l'era immaginata: il suo promesso sposo è freddo, distantee indifferente; la sua vita è in pericolo costante e non può fidarsi di nessuno. Ma perchè le Decane hanno scelto proprio lei per suggellare l'allenza con Polo? Quale mistero si nasconde dietro questa decisione all'apparenza incomprensibile? 

Le vecchie dimore hanno un’anima, si sente spesso dire. Su Anima, l’arca in cui gli oggetti prendono vita, le vecchie dimore avevano più che altro la tendenza a sviluppare un carattere orribile. L’Archivio di famiglia, per esempio, era sempre di malumore. Per esprimere il suo malcontento non faceva che scricchiolare, cigolare, sgocciolare e sbuffare. Non gli piacevano le correnti d’aria che d’estate facevano sbattere le porte chiuse male. Non gli piacevano le piogge che d’autunno gli tappavano le grondaie. Non gli piaceva l’umidità che d’inverno penetrava nei muri. Non gli piacevano le erbacce che ogni primavera tornavano a invadergli il cortile.
Ma la cosa che all’edificio dell’Archivio piaceva meno erano i visitatori che non rispettavano gli orari d’apertura.

Questo romanzo è il primo di una trilogia, chiamata L'attraversaspecchi.
A partire dalla copertina e dall'incipit, Fidanzati dell'Inverno è un libro intrigante. 
Ci troviamo in un mondo in cui è facile riconoscere tracce del nostro pianeta, ma che è diversissimo a partire dalla confermazione geologica. Tanto per iniziare il  "mondo" non esiste più: esistono le Arche, frammenti galleggianti dove la popolazione ha sviluppato culture e tradizioni completamente autonome. Ofelia, maldestra, miope, intelligente ma troppo timida per farsi valere, vive su Anima, disprezzata per la sua apparente mancanza di qualità, fino a che non viene spedita su Polo a sugellare, con il suo matrimonio, un'alleanza importantissima. 
Ecco, laddove Anima è ricca di tradizioni, ricordi, calore, Polo è fredda, inospitale e abitata da gente altrettanto inospitale, con tradizioni brutali. Ofelia sembra la meno adatta a sopravvivere in un mondo dove l'omicidio politico è all'ordine del giorno, eppure, sotto la sua patina di timidezza e sciatteria, la ragazza nasconde molte qualità e una tenacia straordinaria.

L'ambientazione è la cosa migliore di questo romanzo e vale da sola il prezzo del biglietto. Le arche galleggianti, i poteri bizzarri, le famiglie in lotta, le corti reali eccentriche e pericolose, le leggi della fisica e della chimica diverse e imprevedibili sono tutti elementi che rendono Fidanzati dell'inverno un libro originale e gustoso. 
La trama è perfettamente fusa con questa ambientazione, anzi, possiamo dire che i due aspetti del romanzo si sviluppano in simbiosi. La descrizione dell'ambientazione e lo sviluppo della trama procedono di pari passo e l'una non potrebbe esistere senza l'altro.
Se da un lato questa fusione mi è piaciuta moltissimo, dall'altro devo riconoscere che il ritmo della narrazione non è molto serrato, anzi, è piuttosto lento. La scoperta della nuova arca in cui Ofelia dovrà vivere è graduale, e non certo favorita da una popolazione, famiglia acquisita compresa, non proprio incline a parlare a viso aperto. Altresì non ha giovato alla scorrevolezza della trama la continua e incredibilmente ridondante sottolineatura del fatto che Ofelia è piccola, timida, maldestra, trasandata e parla a voce bassa, mentre il suo futuro marito è alto, biondissimo, magro e pallido. Queste cose vengono ripetute ogni volta che i due sono in scena. Ogni volta. Effettivamente è stato un po' troppo anche per me, che pure ho trovato il libro gradevole e interessante.

Certo Fidanzati dell'inverno non è un libro che consiglierei a tutti, ma di sicuro a me è piaciuto parecchio. Non credo sia adatto a chi ama le storie adrenaliniche (e soprattutto autoconclusive, perchè questa proprio non lo è); non lo consiglierei a chi non ama le contaminazioni di generi nel fantasy (e qui uno spruzzo di steam punk fa capolino qui e lì, specialmente nella struttura di Polo, con i grandi ascensori meccanici e i dirigibili). Ma sicuramente lo consiglerei a chi ama un ritmo di lettura lento (ma non soporifero) e a chi è alla ricerca di originalità nel genere fantastico.
Per quel che mi riguarda, resto in trepidante di attesa di Gli scomparsi di Chiardiluna, secondo volume della trilogia, in uscita a gennaio 2019.

Voto: 7